Contenuto principale

Messaggio di avviso

E’ stata intitolata a San Pio X la stazione ferroviaria di Mantova, in piazza don Leoni. Domenica 5 novembre presso lo scalo ferroviario, il vescovo di Mantova Marco Busca, alla presenza delle autorità tra le quali il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, l’assessore regionale ai Trasporti Franco Lucente, il presidente della Provincia Carlo Bottani, ha benedetto una targa che riporta l'intitolazione della stazione ferroviaria a monsignor Giuseppe Sarto, salito al soglio pontificio con il nome di Papa Pio X.


L'iniziativa è stata promossa dalla Diocesi di Mantova e dalla Rete Ferroviaria Italiana, in collaborazione con la Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, l'Associazione Mantovani nel Mondo, Regione Lombardia, Provincia di Mantova e Comune capoluogo.


“Vogliamo compiere un atto che onora la verità storica – ha detto il Vescovo di Mantova Busca – dalla stazione di Mantova partirono a fine Ottocento tantissimi mantovani, negli ultimi 30 anni furono 30mila i mantovani che andarono via da qui e nel cuore del Vescovo Sarto c’era tanta compassione e preoccupazione soprattutto perchè non fossero illusi di andare a trovare una felicità che poi non trovavano. E proprio per questo il clero di quei tempi accompagnava i migranti perchè non perdessero i contatti con le loro radici. Il seme che il Vescovo Sarto ha gettato qui, in terra mantovana lo ha accompagnato anche quando è diventato Papa Pio X e ha istituito degli organismi per accompagnare i flussi migratori. Papa Pio X ci ricorda che le emigrazioni non hanno solo aspetti negativi, ma fanno parte dell’umanità, sono un’occasione per cui i popoli si incontrano e possono costruire una civiltà nell’amore, nella giustizia e nella pace”.


“Questa intitolazione – ha aggiunto Palazzi - rappresenta innanzi tutto l’importante di ricordarci di una parte di storia della nostra città che è una storia di solidarietà, di emigrazione, di comunità che si sono ricostruite ed è una storia di amicizia. Credo che in questo momento tra guerre e situazione di privazione di libertà, sia fondamentale ricordarsi che cosa ha voluto dire accogliere tanti emigranti che da Mantova sono andati soprattutto in Sud America. Questa intitolazione, quindi, è un modo per ricordarci, ogni volta che passiamo da qui, che la nostra è una terra di emigranti, che ha saputo accogliere”.


“E’ un momento importante – ha continuato l’assessore Lucente – sono venuto facendo il percorso in treno da Milano a Mantova per dare un riconoscimento da parte di Regione Lombardia ad un momento storico che ricorda una figura, quella di Pio X, che si è occupato di emigrazione, e quale posto migliore se non un stazione, per ricordare questo fenomeno”.


L'intitolazione a San Pio X della stazione nasce dal grande impegno di Papa Sarto a favore dell'emigrazione. La linea ferroviaria Vicenza-Verona-Mantova-Lodi-Genova, a fine Ottocento, era infatti la principale via verso le Americhe per la grande emigrazione transoceanica di centinaia di migliaia di nostri connazionali e lo scalo del capoluogo virgiliano fu uno snodo di grande importanza per chi all'epoca decideva di partire per andare oltre Oceano.
L'iniziativa ha fatto parte delle celebrazioni per il 120° anniversario dell'elezione a Pontefice di monsignor Giuseppe Sarto: lo stesso il 19 agosto 1887, come Vescovo di Mantova inviò una lettera pastorale al clero virgiliano con l'esortazione ad accompagnare e sostenere i nostri emigranti e fu lui, da Papa, a istituire per la prima volta un Segretariato Vaticano, con il compito di occuparsi pastoralmente e umanamente del fenomeno internazionale delle emigrazioni, e a sostenere altresì i primi Istituti religiosi dedicati agli emigranti nel mondo, italiani compresi.


Sono state illustrate le motivazioni dell'iniziativa dando lettura di un messaggio di Papa Francesco scritto per l'occasione. E’ stato riproposto anche l'inno dedicato a San Pio X composto dalla Diocesi di Mantova in occasione del centenario del Motu Proprio "Tra le sollecitudini" sulla musica sacra (22 novembre 1903) con il testo di don Roberto Rezzaghi e la musica del maestro Daniele Anselmi.