Il Comune di Mantova partecipa al progetto europeo URBACT “Residents of the Future”, una rete transnazionale che coinvolge 8 città europee con l’obiettivo di ripensare le politiche urbane legate alla residenzialità e all’attrattività delle città medie in un momento storico nel quale le grandi metropoli si avviano a diventare mega-cities.
All'interno di questo percorso, Mantova ha scelto di concentrare la propria sperimentazione su un aspetto centrale: la mobilità giovanile e all’inclusione delle nuove generazioni nei processi decisionali locali, ascoltando le aspirazioni, i desideri e le prospettive dei giovani che vivono la città, indipendentemente dalla loro residenza anagrafica.
Nell’ambito del progetto, le Testing Action rappresentano momenti di attivazione locale pensati per sperimentare in maniera concreta azioni innovative, che permettano di mettere alla prova nuove idee, pratiche e strumenti per costruire una città più aperta, inclusiva e attenta ai bisogni delle persone. In questa direzione si sono inserite le prime due Testing Action organizzate dal Comune di Mantova, che si sono svolte il 9 e 10 maggio 2025, in due luoghi significativi e simbolicamente complementari della città: il Creative Lab di Lunetta, sede multiculturale e di innovazione alle porte del centro città, e il Sottoportico dei Lattonai di recente reso nuovamente aperto al pubblico e porta d'accesso al Museo di Virgilio, nel cuore del centro storico.
I due incontri, curati e moderati dalla startup di comunicazione BAG Magazine, hanno preso il titolo “Sul filo del futuro” e si sono svolti secondo la formula dell’Oxford-Style Debate: un formato dinamico in cui tre gruppi di partecipanti difendono pubblicamente una posizione (in questo caso: andare via, tornare, restare) e il pubblico viene chiamato a votare all’inizio e alla fine dell’incontro per esprimere quale gruppo sia riuscito a risultare il più convincente.
Ogni partecipante ha portato la propria esperienza personale, condividendo il proprio vissuto e la propria biografia.
Nel gruppo "vado”, ad esempio, Silvia ha raccontato di come abbia scelto di completare un dottorato in neuroscienze a Londra, spinta da un desiderio chiaro e costante di partire e con scarse intenzioni di rientro.
Nel gruppo "torno", Marika ha descritto la sua decisione di lasciare Milano e un contesto di maggiore stabilità professionale per rientrare a Mantova e investire su sé stessa e sulla propria città, fondando un’agenzia di comunicazione.
Nel gruppo "resto", Davide ha testimoniato la volontà di radicarsi nel proprio territorio, un impegno che lo ha portato, nel 2024, a diventare il sindaco più giovane della provincia di Mantova.
Oltre alla varietà dei percorsi, ciò che è emerso è stata una riflessione collettiva, profonda e onesta, sul senso di appartenenza, sulle motivazioni alla base delle scelte individuali, sui limiti e sulle possibilità che il territorio offre. Chi ha scelto di restare ha raccontato la fatica di confrontarsi con una realtà lenta a cambiare, ma anche il coraggio di voler fare la differenza. Chi è partito ha parlato della ricchezza dell’esperienza all’estero, dell’indipendenza e delle opportunità professionali che ne derivano, ma anche della nostalgia e del valore dei legami mantenuti a distanza. Chi è tornato ha condiviso la voglia di restituire ciò che si è appreso altrove, un gesto che spesso comporta sfide ma anche grande soddisfazione.
Durante entrambi gli incontri sono emerse anche alcune incomprensioni tra le diverse posizioni: chi è rimasto ha ribadito che restare non significa rinunciare all’esplorazione, chi è partito ha sottolineato che le radici si possono trovare anche altrove, mentre chi è tornato ha ricordato che solo dopo essere partiti si può realmente dare qualcosa in cambio.
È stato inoltre più volte sottolineato come Mantova stia attraversando un periodo particolarmente fertile dal punto di vista delle opportunità per i giovani, grazie a un crescente dinamismo culturale e sociale. Partecipare oggi a questo cambiamento significa poter dire un giorno “io c’ero, ho fatto parte di questo movimento”, contribuendo in prima persona alla trasformazione della città.
A chiusura di entrambi gli incontri, il gruppo "torno" è risultato il più convincente, raccogliendo la maggioranza dei consensi del pubblico: un dato significativo, che riflette il desiderio emergente di rientrare, restituire e radicarsi nuovamente nel proprio territorio, portando valore e competenze acquisite altrove.
Queste prime Testing Action hanno rappresentato per Mantova un passo concreto verso la costruzione di una città più capace di ascoltare, coinvolgere e valorizzare le nuove generazioni, aprendosi a un confronto sincero su cosa significhi oggi abitare, partire, tornare o restare.